domenica 15 dicembre 2013

BKK Project




con attenzione il Presidente della Simpakorn University ascolta un'improbabile e incompleta verbalizzazione dell'opera


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Il progetto nasce completamente ex novo sul luogo. Venendo a mancare la possibilità di utilizzare la colonna prevista, ho coinvolto un'altra aerea dello spazio espositivo, dopo che tutti i lavori degli altri artisti avevano trovato un luogo. 

In dialogo interno/esterno, solidità/cambiamento, con basamenti  per sculture coinvolti strutturalmente a far parte dell'intervento, così come lo stipite della vetrata d'ingresso e le vetrate degli uffici. Durante la ricerca dei cubi delle giuste dimensioni ho avuto la fortuna di incontrare anche tre piloni in plastica di quelli usati ovunque nei cantieri, eattamente l'oggetto che avrei voluto coinvolgere a segnale strappato dalle vie di BKK, come pure le bottiglie utilizzate per renderli ancora più visibili al buio, il cui contenuto mi sono scolata per tre giorni, solo per averle da utilizzare...






(a parete SIAM, di Albano Morandi)


e zoomando su alcuni particolari

















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approfitto della presenza di assistenti volontari per raccogliere materiale foto/video con i rolls che mi ero portata dall'Italia.

questo è il primo appunto in  VIDEO





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Con la collaborazione di Kaew Wiwahor, viene sovrapposta una scrittura amanuense alle immagini di BKK "strappate" dal monitor e ad alcune parole da me precedentemente stampate in Thai









lunedì 25 novembre 2013

progettando per BKK: GUARDARE = ชม




In Rete un’infinita tavolozza di idee. Come aprire un’enorme scatola di pastelli con tutte le nuances possibili e dover decidere da quale iniziare a scrivere la storia di un foglio bianco.

Scelgo una parola, come ad esempio GUARDARE, la traduco con GOOGLE in thailandese e la cerco come immagine. Si aprono riquadri di soggetti differentissimi tra loro.


 Il verbo è astratto, non è come cercare CUCCHIAIO, 
anche se il cucchiaio, come lo sguardo raccoglie ciò che trova davanti a sé nel piatto.



Se cercassi BUCA DELLE LETTERE


 le immagini sarebbero molto più simili tra loro, più leggibile la coerenza dell’oggetto d’uso che appare in ogni immagine.
Cerco la schermata che mi appaga di più esteticamente, sia come cromia che come possibilità di intuire la lingua scelta e la parola.
Uso molto la possibilità datami dal computer di salvare in memoria l’immagine con la funzione STAMP.  Stampo le schermate che mi interessano su di un foglio del colore che preferisco. Il colore bianco rispetta la foto, ma non necessariamente questo è importante. Può essere più importante il messaggio dato dal colore scelto che avrà poi il primo impatto visivo, e renderà omogeneo e secondario il contenuto. Questo perché nel frastuono del rumore visivo tutto si riduce a puro silenzio cromatico, per eccesso di imput.  Questo lavoro sulle immagini strappate dalla Rete, può essere fatto, ma è meno impersonale e più emotivo, con foto proprie, su argomenti o su di un linguaggio. 
A me piace scegliere anche le parole stesse e selezionarle e salvarle come immagine.
Colori e sensi si mescolano a monitor come su di una tavolozza. On line.